Convegno di Musicoterapia Latina

Assipromos > Convegno di Musicoterapia Latina

“Quando la musica incontra la terapia. Considerazioni sparse

Si è svolta nell’Aula didattica della Clinica San Marco di Latina la giornata formativa fortemente voluta da Assipromos e Hospice San Marco anche per far fronte alle problematiche emerse sul territorio di Latina a seguito della confusione sorta tra concetti quali musica e musicoterapia e tra figure autorizzate o meno a praticare la musicoterapia. Il tutto nasce nel contesto del progetto di musica e lettura che Assipromos svolge all’interno dell’hospice San Marco “Parole e Suoni”.

Si è deciso di svolgere il convegno in mezza  giornata per divulgare alcuni assunti di base: quali chi è il Musicoterapeuta, quale è la sua formazione e come figure non formate (operatori olistici, educatori, insegnanti e altre figure che non abbiano svolto la formazione prevista) non possano dire di svolgere interventi di musicoterapia ma, al più, interventi di ascolto musicale.

Il primo intervento del DOTT. LUIGI CASIGLIO, psicologo, psicoterapeuta e musicoterapeuta, Analizza  “IL RUOLO TERAPEUTICO DELLA MUSICOTERAPIA” indicando come elementi, compiti e funzioni insiti nel ruolo terapeutico gli aspetti pratici e etici n un contesto definito dalla World Federation of Music Therapy che afferma che “la musicoterapia è l’uso professionale della musica e dei suoi elementi da parte di un musicoterapeuta qualificato con individui, gruppi, famiglie o comunità che cercano di migliorare la loro qualità di vita e la loro condizione fisica, sociale, comunicativa, emotiva, intellettiva e spirituale. La ricerca, la pratica, l’educazione e la formazione in musicoterapia si basano su standard professionali in base ai differenti contesti culturali, sociali e politici” (wfmt, 2011).

Luigi Casiglio sottolinea come, all’interno dell’interazione musicoterapica corporo-sonoro-musicale, sia fondamentale la modalità relazionale  tra terapista e utente per favorire l’acquisizione di nuove modalità di interazione in contesti educativi, preventivi e sanitari e soprattutto utilizzando un inquadramento teorico specifico che permetta di  costruire una pianificazione dell’intervento attraverso la definizione di scopi, finalità e obiettivi, individuando strategie e tecniche da attivare nella pratica, verificando il percorso svolto nel processo di lavoro e collegando costantemente la teoria con la pratica.

 

Prende  la parola il SIMONE MOSCA, Musicoterapeuta e laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche presso La Sapienza di Roma, che ha illustrato nel suo intervento, MUSICA ED EMOZIONI: UNA PROSPETTIVA NEUROSCIENTIFICA”, i principi strutturali della musica e di come la musica evochi “cambiamenti nei 5 sottosistemi organici dell‘ emozione” (Koelsch, 2018):  Cognitivo (piacere o dispiacere), motivazionale (tendenze all’azione, come ballare), fisiologica (rilassamento o eccitazione), espressiva (espressione facciale mentre si ascolta o si fa musica),  evoca sentimenti come gioia, commozione, ecc.

La musica può rappresentare delle emozioni e/o indurre delle emozioni, continua il Dott. Mosca, grazie alle somiglianze tra accordi e modulazioni musicali che richiamano la prosodia e altre espressioni linguistiche universalmente utilizzate.

Quindi attraverso l’uso consapevole di accordi, intervalli e ritmi, possiamo alterare volontariamente uno stato emotivo modificando l’attività delle strutture cerebrali coinvolte in maniera cruciale nelle emozioni. La musica può modificare l’attività di tutti questi sistemi di affetti e dei sistemi di coordinamento emotivo come l’amigdala, i gangli della base, lo striato, l’insula e la corteccia cingolata.

La musica stimola anche legami sociali: la sincronizzazione dei movimenti a ritmo con altri ha effetti sociali come aumento della fiducia e della cooperazione (Tarr et al., 2014); è associata ad effetti emotivi positivi (Trost et al., 2017).

 

Segue l’intervento della DOTT.SSA VERONICA MAURA, musicoterapeuta e cantante: “MUSICOTERAPIA NELLA PARALISI CEREBRALE INFANTILE” è l’intervento costruito su un caso clinico.

Parte dalle criticità che un intervento di musicoterapia che una patologia così complessa può presentare e le elenca come segue:

  • Un’insufficiente quantità di informazioni per poter leggere i comportamenti dell’utente
  • La difficoltà ad entrare in comunicazione
  • Incorrere in una sensazione di impotenza con il rischio di mettere in atto comportamenti di tipo più assistenziale che riabilitativo-terapeutico
  • Avere difficoltà nel comprendere l’andamento del processo e quindi nel pianificarlo

Passa poi a discutere delle risorse della musicoterapia in questo campo e distingue tra risorse nell’ area affettivo relazionale (es. rendere disponibili gli scambi che non sono potuti avvenire, identificare i parametri di attivazione, ecc.) e area cognitiva (ad es. il canale ritmico che po’ instaurare elementi cognitivi come causa- conseguenza e aspettative).

 

Interviene in seguito la DOTT.SSA MARTA CESARI, musicoterapeuta e Musicoterapeuta e Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, con un intervento anche lei su un caso clinico in cui il riferimento principale è stata l’integrazione tra musicoterapia e neuropsicomotricità: “MUSICOTERAPIA E TERAPIA DELLA NEURO E PSICOMOTRICITÀ DELL’ETÀ EVOLUTIVA”.

Parte dalla definizione di terapia della neuro e psicomotricità per passare poi a discutere l’effetto del suono nella vita intrauterina e neonatale.

Crea ponti tra le due discipline formate da elementi comuni ad entrambe quali il ritmo, gli strumenti musicali e parla di come la struttura del trattamento integrato debba avere strumenti di valutazione e progettazione che possano aiutare il terapista in qualsiasi momento per darsi la direzione e raggiungere gli obiettivi prefissati, strumenti racchiusi nell’impianto teorico MTR-Musicoterapia Relazionale MTR®.

Nella seconda parte del convegno vediamo altri aspetti di integrazione tra musica, musicoterapia, didattica e pratiche diverse.

Il primo intervento è della, Musicista-cantante, educatrice musicale e laureanda in musicoterapia presso il conservatorio dell’Aquila.

Il suo intervento titola: “IMPROVVISAZIONE MUSICALE NELL’INFANZIA .LA CURA NELLA RELAZIONE EDUCATIVA”. Ed è con il concetto di cura come servizio che inizia la discussione, parlando di therapon come colui che si mette al servizio dell’altro di come la cura sia elemento fondante nell’ambito formativo e educativo.

Tutto questo è attuabile in un ambito relazionale immerso nella musicalità come fondamento della sintonia.

Secondo la Dott.ssa Cognoli c’è necessità di formare un therapon musicale: “Colui che attraverso l’interazione musicale intesa come pratica pedagogica musicale di cura” (Casiglio, Cognoli, 2021)” attua una relazionalità autentica, affinché la soggettività si costituisca piuttosto che essere costituita, muovendosi tra normatività e libertà” (Casiglio, 2020), “entrambe necessarie ad uno sviluppo sano e armonico dell’essere umano. La relazione educativa musicale diviene relazione musicale di cura” (Casiglio, Cognoli, 2021).

 

A seguire, la PROF.SSA ELENA DAMIANI, Docente di Storia della Musica per la Didattica al Conservatorio di Latina. Diplomata in Canto e in Didattica della musica, presenta il suo intervento dal titolo “MEDICINA NELL’ARTE. ESPERIENZE ED INCONTRI AL CONSERVATORIO DI LATINA”. Dal 2015 ormai la Prof.ssa si occupa di organizzare dei convegni in cui tratta di come i vari elementi della musica rientrino nei concetti di cura e medicina contornandosi di medici, specialisti e tecnici della musica e del suono.

Il suo itinerario passa dalla produzione sonora all’ascolto e alla scoperta della necessità d riscoprire la capacità di ascoltare attraverso tutti i nostri sensi per arrivare poi a toccare le proprietà terapeutiche e il potenziale della musica ancora non diffusamente utilizzato come meriterebbe.

Infine, tocca le corde della musica nelle cure palliative, argomento a noi caro: migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da gravi malattie, dei loro parenti e degli stessi medici e operatori sanitari, come anche dei bambini e degli anziani nelle lungodegenze pediatriche e geriatriche.

Chiude con un tuffo nelle neuroscienze nel campo musicale della prima infanzia e dando appuntamento al prossimo incontro di Medicina nell’Arte di gennaio 2023.

 

Elemento di punta è l’intervento della DOTT.SSA MICHELA GUARDA, Dirigente infermieristico dell’Unità di Cure Palliative Hospice San Marco di Latina: “LA MUSICOTERAPIA IN HOSPICE. IL PUNTO DI VISTA DEL PERSONALE”.

Definisce innanzi tutto le cure palliative e l’hospice secondo quanto espresso da Cicely Saunders:

L’hospice è luogo di cura, fino al termine naturale della vita, per i pazienti in fase avanzata e terminale di malattia. Gli hospice devono rimanere quello che sono sempre stati, cioè strutture per la vita del paziente, non per la loro morte”.                

E passa poi a parlare della costituzione di una unità di cure palliative come un insieme di elementi formati da gruppi di persone che ruotano intorno al paziente e alla famiglia (il medico, il volontario, il musicoterapeuta, lo psicologo, l’operatore sociosanitario…), tutti coloro che formano un’equipe di cure palliative che deve essere allargata per dare un servizio maggiore, multidisciplinare e interdisciplinare e infine non gerarchica.

Parla poi dei benefici della musica sul paziente oncologico in termini di riduzione della depressione, del dolore e del miglioramento dei parametri vitali in generale (battito cardiaco, pressione arteriosa).

La musicoterapia tocca l’anima. In questo contesto la sua finalità è quella di migliorare la qualità di vita dei pazienti contribuendo ad alleviare i sintomi, offrendo supporto e conforto, facilitando la comunicazione e incontrando i bisogni relazionali della persona.

 

Segue la DOTT.SSA GRAZIA SEMERARO, medico palliativista presso l’hospice “Le Rose” – ICOT Latina.

“COME LE CAM NEI CENTRI DI CURE PALLIATIVE POSSONO CAMBIARE LA QUALITÀ DI VITA DEI PAZIENTI” è il titolo dell’intervento, in cui mostra La carta dei diritti del morente della fondazione Floriani che sostiene che chi sta morendo ha diritto a:

  1. Essere considerato persona sino alla morte
  2. Essere informato sulle sue condizioni, se lo desidera
  3. Non essere ingannato e ricevere risposte veritiere
  4. Partecipare alle decisioni che lo riguardano e al rispetto della sua volontà̀
  5. Il sollievo dal dolore e dalla sofferenza
  6. Cure e assistenza continue nell’ambiente desiderato
  7. Non subire interventi che prolunghino il morire
  8. Esprimere le sue emozioni
  9. L’aiuto psicologico e il conforto spirituale secondo le sue convinzioni e la sua fede

10.La vicinanza dei suoi cari
11.Non morire nell’isolamento e in solitudine

12.Morire in pace e con dignità̀

Aggiunge che prendersi cura di un malato terminale significa avere la consapevolezza dell’impossibilità di poterlo guarire e di dover quindi spostare l’attenzione dalla malattia al paziente, ai suoi bisogni e desideri. L’ approccio deve esser quindi olistico in quanto il dolore totale che il paziente esperisce non può essere affrontato con una chiave di lettura esclusivamente biologica ma richiede il confronto con il dato psicologico.

Passa quindi a definire le CAM Complementary and Alternative medicine:

  • le terapie ALTERNATIVE comprendono tutti quei trattamenti non approvati che vengono utilizzati in alternativa ovvero al posto della terapia tradizionale ufficiale;
  • Le terapie COMPLEMENTARI invece trovano il loro impiego in aggiunta alle terapie convenzionali.

Studi osservazionali condotti alla fine degli anni 90 hanno dimostrato che l’uso delle CAM per il trattamento del dolore è ampiamente diffuso soprattutto tra i pazienti oncologici e integrando CAM, che hanno effetto palliativo sul sistema nervoso centrale, alle cure farmacologiche si riesce ad ottenere un miglior controllo del dolore e una guarigione più armoniosa.

Passa poi a parlare di musicoterapia come CAM e di tutte le modalità di intervento:

  • Improvvisazione
  • Songwriting
  • Tecniche ricettive
  • Metodo attivo

L’intervento della DOTT.SSA SONIA NASSO, musicoterapeuta e violinista, referente del settore musicoterapico e musicale per Assipromos Latina, parla di territorio, quello appunto di Latina, territorio giovane e aspro, che inizia ad aprirsi alla musicoterapia. L’intervento titola: “MUSICOTERAPIA NEL TERRITORIO: QUALI PROSPETTIVE”.

Lo studio dei progetti è partito dall’analisi della richiesta del territorio pontino, richiesta che ricadeva in gran parte nelle categorie della terza età, età evolutiva, disabilità e strutture sanitarie.

Sono stati quindi erogati una serie di progetti dedicati alle suddette categorie, accolti in modo entusiastico dalla popolazione.

I progetti hanno visto l’utilizzo di due tipologie di approccio: l’intervento musicoterapico (nell’età evolutiva e nella disabilità) e l’intervento musicale (terza età e strutture sanitarie).

Nello specifico i progetti attivati sono stati:

  • per la terza età: un progetto domiciliare e uno residenziale
  • per l’età evolutiva: un progetto per bambini con ritardo o disturbo del linguaggio, disprassia, discalculia, disfluenze, ecc.
  • per la disabilità: il progetto è stato dedicato a ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni usciti dal circuito scolastico e isolati a causa della patologia.
  • Per le strutture sanitarie: un progetto di ascolto musicale e lettura per l’hospice

 

Tutti questi progetti hanno avuto punti di forza e di debolezza gestiti dalle operatrici.

Quali sono le prospettive future? Ci si aspetta una apertura e collaborazione degli enti pubblici che a tutt’oggi non prestano sostegno al lavoro dell’Assipromos. Nonostante tutto, ad oggi, è attivo il progetto “CASA ASSIPROMOS”, progetto di ampio respiro nato per accogliere e gestire le richieste che via via si presentano e attualmente dedicato alla disabilità, età evolutiva e hospice, ma in fase di espansione.

 

Il lavoro che Assipromos svolge sul territorio comprende anche un’altra categoria di interventi, quelli con la terapia occupazionale che talvolta integra l’intervento musicale.

L’intervento su tale argomento è presentato dalla DOTT.SSA MARIA ANTONELLA PERAZZETTA, educatrice professionale e referente dell’area educativa per Assipromos latina, con l’interventoMODALITÀ DI INTEGRAZIONE E PROPOSTE: COME LA TERAPIA OCCUPAZIONALE SI È INTEGRATA ALLA MUSICOTERAPIA”.

Partendo dalla definizione di terapia occupazionale ed evidenziandone la qualità riabilitativa e di promozione della salute e del benessere attraverso l’occupazione, ne indica l’obiettivo e cioè recupero e/o mantenimento delle competenze della vita quotidiana e lavorativa delle persone con disabilità cognitive, fisiche e psichiche tramite attività manuali e laboratoriali agendo direttamente sulla memoria procedurale.

Ma è possibile integrare musicoterapia e terapia occupazionale? Sì, se si colgono gli interessi o la parte emotiva portante di una persona in modo da agire attraverso l’arte o la manualità per arrivare alla sua parte più profonda portandola alla sua memoria e al suo cuore. Aggiunge la Dott.ssa Perazzetta che “laddove la musica non arriva a toccare le corde emotive della persona, si utilizza ogni mezzo artistico adeguato al setting operativo, per attivare la memoria a breve e lungo termine facendo emergere ricordi, passioni, affetti profondi, gesti quotidiani dimenticati”.

Parla poi di persone incontrate nell’hospice: persone sofferenti nel corpo e nell’anima a cui con il progetto “Parole e Suoni” è stata restituita la dignità e il senso di umanità a cui ogni uomo ha diritto fino alla fine.

 

Introduce poi il lavoro fatto aggiungendo alla musica il suono delle parole delle poesie della POETESSA SABRINA VANINI autrice e promotrice culturale di progetti di lettura ad alta voce di testi poetici, a cui è stato dato il compito di portare a chiusura il convegno con l’intervento “GOCCE DI NATURA, QUANDO LE PAROLE INCONTRANO LE IMMAGINI” che riporta il titolo del suo libro che è un tuffo nelle parole e nelle immagini.

Parla di arte a servizio dell’umanità e di come il suono delle parole, il viaggio attraverso le immagini e la  musica del violino permettano di instaurare un rapporto di reciprocità con il paziente incontrato in hospice.

“La poesia, insita nelle arti, è un’attivatrice dell’emozionalità interiore. Se accompagnata dalla musica e dalle immagini consente di distruggere le barriere della solitudine, della sofferenza, della incomunicabilità”, dice la Dott.ssa Vanini.

Ci regala poi una splendida poesia tratta dal suo libro “Gocce di natura, sospiri di poesia”: “IO, Gabbiano” che decanta il volo libero dell’uomo come un gabbiano.

Chiude l’intervento con una poesia dedicata alle Arti che hanno accompagnato questo convegno in ogni loro forma unendo scienza e umanità.